Riforme monetarie

monete imperiali

Riforma monetaria di Augusto (23 a.C.)

Per porre fine al disordine monetario che esisteva al tempo del suo impero, Augusto varò una riforma radicale della monetazione Romana.

Una delle innovazioni maggiori fu l'assegnazione al senato del controllo della monetazione in rame ed in oricalco, evidenziata dalla sigla "SC" (Senatus Consulto) presente in queste monete, con il controllo diretto dell'imperatore della coniazione di monete in oro ed argento.

asse di Augusto asse di Augusto

Le caratteristiche delle monete che facevano parte del sistema introdotto da Augusto erano le seguenti:

Metallo Moneta Rapporto
con l'asse
Rapporto
con il denario
Rapporto
con la libra
Peso
Oro Denario aureo 400 25 1/42 7,78g
Quinario aureo

200

12,5

1/84 3,89g
Argento Denario argenteo 16 1 1/84 3,89g
Quinario argenteo 8 1/2 1/168 1,94g
Oricalco Sesterzio 4 1/12 27,28g
Dupondio 2 1/24 13,64g
Rame Asse 1 1/30 10,90 g
Quadrante 1/4 1/192 1,70g

dove l'oricalco è una lega di ottone con una lega all'80% di rame e al 20% di zinco.

La immagini e le legende cambiano rispetto al periodo repubblicano: il dritto presenta l'imperatore con la sua titolatura, mentre il rovescio fa riferimento alla sua attività o alle sue virtù.

Riforma monetaria di Nerone (63-64 d.C.)

La forte svalutazione presente nell'impero sotto Nerone rese necessaria una riforma che ridusse il valore delle monete in oro ed argento. In particolare, venne abbassato il peso dell'aureo, mentre venne introdotta una percentuale di rame nella coniatura del denario, fino ad allora coniato in argento puro. I rapporti risultanti erano i seguenti:

Metallo Moneta Rapporto
con la libra
Peso
Oro Denario aureo 1/45 7,27g
Quinario aureo 1/90 3,64g
Argento Denario argenteo 1/96 3,41g
Quinario argenteo 1/192 1,70g
Oricalco Sesterzio 1/12 27,28g
Dupondio 1/24 13,64g
Rame Asse 1/30 10,90 g
Quadrante 1/192 1,70g

Per quanto riguarda le monete di valore inferiore, venne introdotto il semisse, presto abbandonato, e sul dupondio venne introdotta l'iconografia della testa dell'imperatore con corona radiata (che richiamava i raggi del sole) al posto della classica corona d'alloro, da cui il nome di radiato.

radiato di Nerone radiato di Nerone

Riforma monetaria di Caracalla (214-215 d.C.)

Il persistere dell'inflazione legata alle spese militari portò Caracalla nel 215 ad una nuova riforma, con un rapporto tra gli elementi del nuovo sistema monetario come riportato in tabella:

Metallo Moneta Rapporto
con la libra
Peso
Oro Binione 1/25 13,08g
Denario aureo 1/50 6,50g
Quinario aureo 1/90 3,64g
Argento Antoniniano 1/64 5,11g
Denario argenteo 1/96 3,41g
Quinario argenteo 1/192 1,70g
Oricalco Sesterzio 1/12 27,28g
Dupondio 1/24 13,64g
Rame Asse 1/30 10,90 g

L'innovazione maggiore fu l'introduzione dell'antoniniano, una nuova moneta d'argento che valeva circa 2 denari. Dal punto di vista dell'iconografia, l'antoniniano utilizzava sul fronte la testa dell'imperatore con una corona radiata.

antoniniano antoniniano

Altra nuova moneta introdotta da Caracalla furono i binioni, monete d'oro dette anche "doppi aurei".

Riforma monetaria di Aureliano (272-275 d.C.)

La situazione delle emissioni nelle province dell'impero romano si fece sempre più confusa, tanto che nel 240 le monete di bronzo vennero ritirate dallo stato per essere rifuse.

L' imperatore Aureliano nel 274 d.C. varò sia un nuovo sistema monetario che una riforma dell'organizzazione complessiva delle zecche collocate nelle province dell'impero, al fine di aumentare il controllo sulla circolazione monetaria. La riorganizzazione territoriale portò ad un aumento del numero delle zecche e, per poter controllare l'operato delle officine, sulle monete si iniziò a riportare, oltre al valore, anche l'indicazione della zecca di provenienza.

Per quanto riguarda l'antoniniano, si stabilì un peso di di 5,1g ed una percentuale di bronzo che il denario doveva contenere, con un rapporto argento:rame di 1:20; questo valore viene marcato sul rovescio di alcune monete con le cifre romane XX.I in occidente e con le cifre greche K A in Oriente. Questa moneta, a volte chiamata aurelianeo o antoniniano argentato, per le tecniche usate per lasciare in superficie l'aspetto di una moneta d'argento, continuò ad essere prodotta fino alla riforma monetaria di Diocleziano.

Riforma monetaria di Diocleziano (295 d.C.)

Anche Diocleziano, come Aureliano, cercò di riformare complessivamente il sistema economico dell'impero.

Nell'ambito della riforma economica, di particolare importanza fu l'Editto dei prezzi emanato da Diocleziano nel 301 d.C., che stabiliva il prezzo massimo al quale potevano essere venduti alcuni beni:

dove

Intervenendo sul sistema monetario, questo venne organizzato eleggendo il denario a moneta base, come indicato in tabella:

Metallo Moneta Rapporto
con il denario
Rapporto
con la libra
Peso
Oro Aureo 625 1/84 3,89g
Argento Argenteo 25 1/168 1,94g
Argentato Follis 8 1/21 15,58g
Mezzo follis 4 1/42 7,79g
Bronzo Antoniniano 2 1/84 3,89 g
Denario 1 1/168 1,64g

Per quanto riguarda le monete in bronzo rivestite da lamine d'argento battute, queste venivano realizzate con leghe del 5% argento e 95% bronzo.

Furono coniate due nuove tipologie di monete: il follis in bronzo argentato

follis follis

e l'argenteo come sostituzione dell'antoniniano.

argenteo argenteo

Riforma monetaria di Costantino (324 d.C.)

All'inizio del III secolo, l'imperatore Costantino riorganizzò il sistema monetario romano sfruttando maggiormente il valore dell'oro; in quest'ottica introdusse il solido, una moneta che nell'impero occidentale durò fino al V secolo, mentre nell'impero bizantino durò quasi fino alla caduta dello stesso.

Il sistema di Costantino si basava sulle seguenti monete:

Metallo Moneta Rapporto
con il solido
Rapporto
con la libra
Peso
Oro Solido 1 1/72 4,54g
Semisse 1/2
Triens 1/3
Argento Miliarense 1/18 1/71 4,54g
Siliqua 1/24 1/96 3,41g
Bronzo Follis 1/96 (fino al 330)
1/192 (dopo il 335)
3,41g
1,70g
Nummus

dove venivano introdotte le nuove monete in argento della siliqua

siliqua siliqua

e del suo doppio, il miliarense

miliarense miliarense

Riforma monetaria di Costante e Costanzo II (346 d.C.)

A seguito della progressiva riduzione in valore delle monete in rame, sotto gli imperatori Costante e Costanzo II venne emanata una nuova riforma monetaria che introduceva la pecunia maiorina, con un valore doppio del nummo centenionale e corrispondente, quindi, ad 1/50 di siliqua.

Il nuovo sistema si basava sui seguenti valori:

Metallo Moneta Rapporto
con il solido
Diametro Peso
Oro Solido 1 4,54g
Argento Miliarense 1/12 4,54g
Siliqua 1/24 3,41g
Bronzo Pecunia maiorina 21-24mm 5,45g
Nummus centenionalis 17-20 mm 2,7g

maiorina siliqua