L'asse, o più precisamente l'aes grave (o aes librale), fu la prima moneta romana. La moneta era in bronzo ed inizialmente era fusa, per poi passare successivamente alla coniatura a martello. Il valore del bronzo che conteneva era legato alle unità di peso romane, con un valore iniziale di una libbra latina (273 g), che poi passo ad essere pari ad una libbra romana (327 g).
Furono prodotte varie serie di questa moneta in bronza, la prima delle quali fu quella detta di "Giano e Mercurio", dalle immagini delle divinità che apparivano sulla moneta stessa, oltre al segno ("marca") "I" che stava ad indicare il valore di "un asse".
Durante il periodo repubblicano, introno al 225 a.C. e contemporaneamente all'introduzione del quadrigato, fu introdotta la serie "della prua", chiamata così dalla prua di una galea che era rappresentata sul retro della moneta.
L'ultima serie di asse fu invece quella detta della "ruota", a causa della ruota a sei raggi che era rappresentata sul retro.
L'asse aveva delle frazioni che erano organizzate con un sistema duodecimale basati sull'oncia, anche questo un valore del sistema di pesi romano; i sottomultipli dell'asse sono riportati nella seguente tabella, che elenca anche le immagini rappresentate sul dritto e la marca utilizzata per indicarne il valore rispetto all'asse o all'oncia:
Moneta | Valore rispetto all'asse | Valore rispetto all'oncia | Immagine | Marca |
---|---|---|---|---|
Asse | 1 asse | 12 once | Giano bifronte | I |
Semisse | 1/2 asse | 6 once | Saturno | S |
Triente | 1/3 di asse | 4 once | Minerva con elmo | quattro globuli |
Quadrante | 1/4 di asse | 3 once | Ercole | tre globuli |
Sestante | 1/6 di asse | 2 once | Mercurio | due globuli |
Oncia | 1/12 di asse | 1 oncia | Roma | un globulo |
Il semisse (in latino semis, plurale semisses)
era la moneta in bronzo che valeva la metà di un asse, cioè sei once. Il suo valore
era indicato da una 'S' sul retro che riportava anche l'immagine di una prora
di nave, mentre sul fronte la moneta riportava l'immagine di Saturno. Anche il semisse inizialmente era fuso e cominciò ad essere battuta poco prima della
Seconda Guerra Punica (218-204 a.C.). Il semisse fu emesso raramente nel
periodo dell'Impero Romano, cessando di essere coniato durante l'impero di Adriano (117-138 d.C.).
Per quanto riguarda le monete
bizantine, il semisse era la moneta che valeva la metà di un solido.
Il triente (in latino triens, plurale trientes)
era il la moneta in bronzo che valeva un terzo dell'asse, cioè 4 once. Il tipo più
comune di triente aveva al dritto Minerva con quattro globuli, che
rappresentavano il valore di quattro once, mentre sul rovescio era raffigurata
la prora di una galera.
Non era una moneta molto comune e si cessò di coniarla intorno al 89 a.C..
Il quadrante (in latino quadrans, letteralmente "un quarto") era la moneta in bronzo che valeva 1/4 di un asse e quindi 3 once, valore indicato dai tre globuli presenti sulle sue facce. Sul diritto veniva raffigurata la testa di Ercole, mentre il rovescio aveva la solita prora di galea. Dopo l'adozione del sistema semionciale nel 90 a.C., il quadrante fu la moneta di valore inferiore ad essere coniata, continuando ad essere coniato fino al tempo di Antonino Pio (138-161 AD).
Il sestante (in latino sextans) era la moneta in bronzo pari ad un sesto dell'asse, quindi 2 once. Sul dritto della moneta era rappresentato Mercurio, oltre alla marca dei due globuli che ne rappresentava il valore, mentre sul rovescio si aveva la solita prora di galera, anche se nella monetazione dell'Italia centrale si aveva una grande varietà di immagini, come conchiglie, un caduceo, tridenti, cornucopie, cicale ed altro.
L'oncia (in latino uncia, plurale
unciae), con un peso di circa 27 grammi, era la base del sistema duodecimale
di sottomultipli dell'asse, con un valore pari ad un dodicesimo di questo e la
marca di una piccola sfera. L'immagine più utilizzata per il fronte dopo il
240 a.C. era quella di Roma con l'elmo.
Durante l'Impero, l'oncia fu brevemente coniata anche sotto Traiano (98-117) e
Adriano (117-138). In questa fase, il diametro della moneta era di 11-14 mm ed
il peso di 0,8-1,2 grammi. Sul dritto c'era la testa dell'imperatore senza
iscrizione, mentre sul retro si aveva la dicitura "SC"
(Senatus Consulto).
Altre monete in bronzo coniate a Roma e legate al sistema dell'asse furono:
Per quanto riguarda i multipli dell'asse, nella seguente tabella sono riportati i tipi principali:
Moneta | Valore rispetto all'asse | Valore rispetto al denario |
---|---|---|
Asse | 1 | |
Dupondio | 2 | |
Sesterzio | 2,5 | 1/4 |
Tripondio | 3 | |
Quadrusse | 4 | |
Quinario | 5 | 1/2 |
Decusse o Denario | 10 |
Il dupondio (in latino dupondius,
cioè due libbre) era una moneta in bronzo fusa che valeva 2 assi (cioè 1/2 sesterzio
o 1/8 di denario), anche se il suo
peso era in realtà inferiore alle due libbre. Sul dritto della moneta era
rappresentata la testa di Roma, mentre sul rovescio una ruota a sei raggi.
Dopo la riforma
di Augusto del 23 a.C., il dupondio furono coniati in oricalco, una
lega di bronzo color oro, mentre le monete di valore inferiore erano prodotte
in rame rosso. Dopo la riforma
monetaria di Nerone del 66 d.C., il dupondio fu distinto dall'asse, al
quale risultava abbastanza simile, con l'aggiunta di una corona radiata sulla
testa dell'imperatore nell'immagine del fronte. L'uso di una corona radiata
per indicare un valore doppio di una moneta sull'altra fu usato anche per l'antoniniano
(doppio del denario) e nel doppio sesterzio. Il dupondio fu prodotto fino alla
fine del III secolo.
Il tripondio era il multiplo che valeva tre assi, contraddistinto dalla marca "III".
Il decusse era la moneta in bronzo che aveva il valore di 10 assi, sostituito successivamente dal denario in argento. Usato a partire dalla riduzione semilibrale dell'asse, come il denario era contraddistinto dalla marca "X" (dieci). E' una moneta molto rara, con un esemplare di 1107 g. conservato al Museo Nazionale Romano.
Il sesterzio ed il quinario erano monete d'argento, in realtà introdotte come frazioni del denario piuttosto che come multipli dell'asse.
Il valore dell'asse si ridusse progressivamente nel tempo, acquisendo via via il valore delle sue frazioni; le fasi principali dell'asse furono:
Man mano che l'asse si riduceva di peso, non venne più fuso, ma coniato tramite battitura a martello: questo già avveniva nel periodo dello standard semi-librale per le monete di valore inferiore, come l'oncia e la semioncia.
L'uso del bronzo per la coniazione delle monete romane terminò nel 79 a.C..
Dopo la riforma monetaria di Augusto nel 23 a.C., il peso dell'asse fu ulteriormente ridotto rispetto al valore dell'asse repubblicano (1/30 di libra, pari a 10,91 g.) e venne battuto su rame rosso puro anziché su bronzo (10,90 g).
Data la responsabilità del senato sulla coniazione di monete in rame, queste presentavano sul retro la sigla "SC", che sta per "Senatus Consulto".
L'asse fu la moneta di valore inferiore prodotta con regolarità durante l'Impero Romano e continuò ad essere coniato fino al III secolo d.C., mentre il semisse ed il quadrante non furono più prodotti a partire da Marco Aurelio.
A partire dal III secolo d. C., il nome dato alla moneta romana in bronzo (e all'asse in particolare) nelle province orientali di lingua greca era assarion (plurale assaria).
Data la difficoltà di reperimento di informazioni sulle monete delle province orientali nell'ultima parte dell'impero e le differenze esistenti da provincia a provincia, si è diffusa la metodologia di classificare delle monete in bronzo su quattro livelli, secondo la scala riportata nella seguente tabella:
Moneta | Diametro | Peso |
---|---|---|
Æ1 | 28mm | 8-9g |
Æ2 | 22-25mm | 4-5g |
Æ3 | 15-18mm | 1,5-2,5g |
Æ4 | 8-12mm | 1,15g |
dove il simbolo "Æ" sta appunto ad indicare aes. Successivamente questo sistema è stato esteso nella forma Æxx, dove il valore xx indica il diametro in millimetri della moneta considerata.